Archivi del giorno: giugno 28, 2012

La virtù dello stopper…

Ricordo tanti anni fa, una partita di calcio del campionato provinciale giovanissimi Lazio. Ostia, un campaccio di terra battuta, dove ad ogni calcio al pallone si alzava un metro di fango e i sassi erano così grandi che a caderci sopra potevi farti veramente male.

Un freddo cane ma noi tanta voglia di scendere in campo e mostrare, piccoli quattordicenni, che il campo era nostro che sapevamo buttarla dentro piu’ dell’avversario. A stento mi stringevo nei guanti e nella casacca rinforzata propria dei portieri, mentre i miei compagni di squadra correvano dietro all’avversario. Ricordo un particolare come fosse oggi.

Ai tempi giocava stopper – oggi, difensore centrale– un ragazzone alto e ben piazzato, non troppo veloce e agile, ma con ottimo senso della posizione. Il regista avversario avanzava palla al piede e lui arcigno difendeva i sedici metri… poi con la coda dell’occhio vide un movimento di un altro avversario ad attaccare il lato destro dell’area. Pericolo! Senza pensarci su due volte, lo stopper avanzò e, di gran carriera affrontò il regista avversario che spaesato perse il pallone. Quindi, con calma altrettanto britannica, spazzò la sfera in tribuna. Pericolo scampato e io, posizionato sulla linea di porta, tirai un sospiro di sollievo.

Dopo tanti anni ci penso ancora, felice. Lo stopper ha avuto una virtù che oggi abbiamo del tutto perso. Quale virtù? Ce ne parla l’AT

“Chi è prudente veglia sui suoi passi”(Proverbi 14,15)

Già ragazzi. Perché per evitare di cadere in guai peggiori, il nostro stopper è stato davvero prudente. E la prudenza, che è capitana di tutte le altre virtù, non ce la dobbiamo mai scordare nel cassetto. Neanche per un secondo. Dio ce l’ha donata per saper discernere la cosa giusta da fare.

Ma soprattutto per ricordarci che non siamo Dio. E che, proprio come in quell’azione offensiva fulminea descritta, a volte nella vita occorre prendere decisioni difficilissime ed evitare di cadere in errori gravi. Oggi però il senso della prudenza non solo lo abbiamo perso.

Ce ne siamo totalmente sbarazzati, come una pezza da piedi gettata perché vecchia e obsoleta.

Siamo talmente sicuri di noi stessi e delle nostre decisioni avventate che non stiamo troppo a valutare cosa facciamo, diciamo o cosa potremo scatenare. E quanti danni poi andiamo a combinare? Sarebbe pesante e anche triste ricordare quanti errori oggi si fanno perché come palloni gonfiati molti di noi vanno dicendo in giro “Noi siamo Dio!”.

Alla prudenza va legata dunque la conoscenza dei propri limiti e difetti, non come autoflagellazione continua e insensata, ma come un continuo riconoscimento di quel Padre che ci chiama ad essere responsabili. Certamente non ci lascia da soli nei momenti piu’ difficili. E che in fondo con questa consapevolezza ci aiuta sempre a crescere e migliorarci per essere sempre al Suo Servizio.

Come l’umiltà di quello stopper che, una volta catturato il pallone, non sapendo che fare, piuttosto che arrischiarsi in un dribbling spericolato, prende il pallone e lo fa volare in tribuna. Qualche compagno di squadra forse gli avrà detto: “Ma come cavolo giochi!”

E lui però, di nuovo prudentemente, non lo ha minimamente ascoltato.

Carissimi rivoluzionari, chiediamo a Gesù che giorno dopo giorno accenda in noi la capacità di essere prudenti.

Il vostro

Mastino di Dio

Ps. Per chi volesse conoscere l’esito di quella famosa partita: Al comunale di Ostia, vincemmo 3 – 2, grazie anche ad un colpo di reni del sottoscritto che all’ultimo minuto deviò un tiro avversario sottoporta… Intelligenti pauca 😉

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